Mark Weil, regista teatrale, Tashkent / Uzbekistan, 1952 – 2007
Il regista Mark Weil e il suo Ilkhom Theatre in Tashkent / Uzbekistan
Il 1° luglio 2022 la Markus Zohner Arts Company, dopo diversi spettacoli in Nur-Sultan e Almaty (Kazakhstan) ha portato in scena ODYSSEE all’Ilkhom Theatre a Tashkent / Uzbekistan.
L’Ilkhom Theatre di Tashkent fu fondato e diretto dal regista di fama internazionale Mark Weil. Fu il primo teatro indipendente dell’Unione Sovietica e, per trent’anni, fu il luogo in cui si ruppero i tabù e si attraversarono i confini imposti dal governo repressivo dell’Uzbekistan e la sua società di costume. In molte delle sue opere teatrali, Mark Weil si concentrò sulla società uzbeka, portandone alla luce i problemi e ponendo domande che molti preferivano tacere. Tra i temi trattati c’erano la politica e il potere dei politici, ma la sua compagnia inscenò anche spettacoli riguardanti l’omosessualità, un tabù enorme per l’Uzbekistan. Il 6 settembre 2007, Weil fu pugnalato a morte davanti casa, tornando dalle prove per il suo ultimo spettacolo. Il suo assassinio fu avvolto dal mistero e ci furono solo un pugno di fatti certi. Secondo alcune fonti di Tashkent, il regista fu minacciato poco prima del suo assassinio.
Nel 2010 tre uomini furono accusati dell’omicidio di Weil, dichiarando di averlo ucciso per aver rappresentato Maometto nella sua opera “Imitating the Koran” (Imitando il Corano) secondo l'ononimo poema di Pushkin.
Marina, attrice dell’Ilkhom Theatre: “Mark era l’artista e noi, gli attori, eravamo le tele su cui dipingeva. Tutte i nostri spettacoli riflettevano la realtà circostante. Sul palco parlavo di ciò di cui la gente parlava nelle loro cucine. Mark ci ha insegnato che qualsiasi cosa la mente partorisca ha una sua legittimità e merita di essere espressa.”
Siamo molto onorati di essere stati invitati sul palco dell’Ilkhom Theatre. Ci inchiniamo profondamente davanti al suo fondatore, Mark Weil. Quando gli veniva chiesto se avesse paura delle repressioni del governo totalitario uzbeko, Weil rispondeva: “Il teatro non ha nemici”.
Aveva ragione: il teatro non ha nemici. Ma l’intelligenza, il lavoro artistico, la ricerca e la libertà di pensiero e di parola hanno un grande nemico feroce: l’ignoranza.