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Un anno difficile sta per finire. Siamo tristi, perché abbiamo perso e stiamo perdendo tante sorelle e fratelli, siamo impauriti e indeboliti.

Siamo fortunati: ancora siamo vivi.

E siamo fortunati a vivere in questo momento della storia dell'umanità, nel quale ragione e scienza stanno riuscendo a combattere un microbo letale che ancora 150 anni fa avrebbe sterminato decine di milioni di persone, lasciando i sopravvissuti all'oscuro sulle vere ragioni della moria, tremando e pregando.

L'ateo fa fatica a vedere l'utilità della preghiera in questo scenario, che è la vita, confrontata con la morte. Se siamo sinceri, la preghiera non cambia né il risultato di una partita di calcio, né previene un infarto, né salva la vita a chi è intubato per i danni che COVID-19 infligge ai polmoni.

Sogno un nuovo anno senza religioni: un futuro nel quale ci possiamo riunire, umilmente, ammettendo che su scala universale non siamo più importanti che la muffa su un'arancia. Fa bene dirselo, sai, è sano per la mente guardare in faccia alla realtà, e piangere delle lacrime che nessuno ci prosciuga! Ammetterci che non c'è nessun essere supranaturale che ci guida, nessuna sorveglianza celeste, nessun maschio superiore che detta legge, e realizzare che la nostra vita non ha nessun senso – tranne quello che noi, singoli e come società, le diamo.

Dato che non c'è nessun altro a farlo, è nostro il dovere di dare un senso alle nostre vite, un senso che non sta fuori dall'uomo, dall'umano. È il nostro compito di crearlo, questo senso, guardandoci umilmente negli occhi da sorelle e fratelli, alla continua ricerca di verità coerenti, senza l'arroganza e la superbia delle quattromila religioni che da milleni dichiarano di averla trovata, la verità assoluta, nei loro trentamila dei che nessuno mai ha visto se non per sentito dire.

E che quello che oggi ancora è la religione, il trascendentale, domani sarà visto come la chimera che è e verrà una volta per tutte sostituita dall'amore umile fra le persone e per l'umano, dall'arte, dalla filosofia, dalla musica, dalla poesia, dall'inno alla fortuna che è la vita, la quale ad un certo punto ha una fine. È triste sì. Ma siamo adulti.

Altro non c'è - e questa è la nostra grande salvezza.

Buon anno nuovo, scrivici sempre!

Stai sana, stai fresca, fatti vaccinare, presto ci rivediamo!


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