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Calpestare i vestiti

L'importanza del risveglio spirituale e della comprensione interiore, senza il bisogno dei miracoli raccontati nei Vangeli ortodossi.

Markus Zohner / PRO LITTERIS 2024

Di Adolfo Santoro

Nel Vangelo secondo Tommaso due detti segreti tra loro collegati dicono:  

Gesù disse: Non datevi pensiero da mattina a sera e da sera a mattina per ciò che indosserete. E i discepoli gli chiesero: Quando ti rivelerai a noi e quando ti potremo vedere?

Gesù rispose: Quando vi toglierete i vestiti senza provare vergogna e ve li metterete sotto i piedi come fanno i bambini e li calpesterete – allora vedrete il Figlio della Vita e non avrete più paura.

In questi due detti Gesù, in modo molto elegante, riassume alcuni principi.

I discepoli

1) sono attaccati al pensiero, e precisamente sono preoccupati per il futuro dei loro vestiti, sono preoccupati delle loro apparenze, di quello che succederà delle loro maschere,

2) sono impazienti nella loro attesa che Gesù si riveli nella sua essenza e cercano perciò la risposta in Gesù.

Gesù risponde loro che

1) l’apparenza è fatta di vestiti, cioè di maschere, di falso sé,

2) i vestiti hanno il compito di coprire la nudità originaria, il vero sé,

3) l’attaccamento ai pensieri-maschere è mediato dal sentimento di vergogna verso la nudità originaria,

4) la medicina è vergognarsi di provare vergogna, in modo da tornare all’innocenza originaria,

5) il bambino originario mette sotto i piedi le apparenze e le calpesta, perché ha imparato da loro e le apparenze non gli servono più a vivere,

6) tornare al bambino originario permette di vedere che ogni essere è figlio della Vita,

7) tornare al bambino originario permette di comprendere che all’origine della dissociazione dal bambino originario c’è la paura di esistere,

8) tornare al bambino originario permette di comprendere che si può non aver paura della paura: familiarizzandosi con la vergogna e con la paura, imparando dalle emozioni negative, si può fare a meno delle emozioni negative, che, cadendo, lasciano risplendere il vero sé.

I discepoli sono, dunque, il simbolo della mente chiusa, orientata da emozioni sottostanti: la vergogna del proprio sé e la paura, in ultima analisi, di morire, che porta al desiderio di sapere quello che succederà dopo la morte. Un altro detto recita così: I discepoli dissero a Gesù: Dicci quale sarà la nostra fine!. Gesù rispose: Voi che avete conosciuto il principio, perché vi preoccupate della morte? Infatti dov’è il principio là è la fine. Felice colui che vive sempre nel principio e sa che cos’è la fine e non assaggerà le morti.

Vangeli apocrifi: Gesù non fa miracoli

Il Vangelo di Tommaso è stato classificato dai vescovi cristiani tra i Vangeli apocrifi, quei testi scartati come non autentici. In esso Gesù non nasce da predestinato, né fa miracoli, né viene condannato a morte, né risorge; parla, invece, del manifestarsi dello Spirito. Si può dire che i Vangeli ortodossi siano essoterici, perché mescolano il Sacro – il misterioso manifestarsi dello Spirito – al Profano – le storielle che fanno credere al popolo ebraico che sia giunto sulla Terra il Messia. I Vangeli ortodossi sono, in questo senso, populisti, perché il popolo – lo stesso popolo che poi tradirà Gesù scegliendo di salvare Barabba – vuole essere affascinato dalla propaganda pubblicitaria. Solo se camuffata dalla Bugia la Verità può giungere a chi ha la mente chiusa, che, in realtà è già morto prima di morire e non ha possibilità di vivere, cioè di sentire la vita nel Corpo con i cinque sensi e di vivere la vita momento per momento.

Altri detti, infatti, recitano: Felice colui che è esistito già prima di venire all’esistenza! Se voi divenite miei discepoli e capite queste mie parole, esse potranno servirvi di fondamento. In verità avete 5 alberi in Paradiso che non cambiano né d’estate né d’inverno e le loro foglie non cadono. Colui che li conosce non assapora le mortiConsideratevi di passaggio.

Gesù, infatti, era consapevole dei rischi di vivere nel mondo condiviso: Videro un Samaritano che conduceva un agnello, all’entrata della Giudea. Lui disse ai suoi discepoli: Perché porta in giro l’agnello?. Essi gli risposero: Per ucciderlo e mangiarlo. Egli disse loro: Finché è vivo non può mangiarlo, salvo che non lo uccida e diventi un cadavere!” Loro dissero: Non può fare diversamente!.  Lui disse allora: Anche voi cercate un luogo in cui la vita è sicura per evitare di diventare cadaveri e di essere mangiati.

L'iniziazione

Quello di Tommaso è, invece, un Vangelo esoterico, cioè destinato a un gruppo di persone che sono state iniziate alla comprensione. E, in questa iniziazione, Tommaso è ancora più esoterico degli altri apostoli, tanto da diventare per un istante suo gemello (Tommaso significa infatti Didimo, cioè gemello): Io rivelo i miei misteri a coloro che sono degni dei miei misteri. Se la tua mano destra farà qualcosa, la tua mano sinistra non deve sapere ciò che faCercate un paragone e dite a chi somiglio. Simon Pietro ha detto: Somigli a un angelo giusto. Matteo ha detto: Somigli a un uomo amante della saggezza e dal cuore retto. E Tommaso gli dice: Dolce Maestro, la mia bocca rifiuta di dire a chi somigli. Gesù Cristo allora: Non sono più il tuo Maestro da quando hai bevuto fino alla pienezza alla fonte ribollente che io stesso ho gustato. E lo prese in disparte in un luogo nascosto e gli disse tre parole. Quindi a Tommaso, dopo che era tornato tra i suoi compagni, questi gli dissero: Cosa ti ha rivelato Gesù? E Tommaso rispose loro: Se io vi dico una sola delle parole che Lui mi ha detto, prenderete pietre e mi lapiderete e un fuoco verrà fuori dalle pietre e vi brucerà.

Tommaso era l’apostolo del dubbio: credeva solo se toccava con mano quello che era davanti ai suoi occhi e non credeva ai fenomeni ipnotici o ai fenomeni da baraccone (sconsigliava, infatti, a Gesù di andare a resuscitare il morto Lazzaro, perché evidentemente comprendeva che il miracolo avrebbe ancora più indispettito i potenti sacerdoti ebrei).

Ma il dubbio è fecondo, perché attraverso di esso è possibile la sintesi degli opposti: la sintesi tra Vita e Morte, tra Femminile e Maschile.


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Calpestare i vestiti (2), di Adolfo Santoro
Cercare la verità spirituale superando i limiti del corpo e dell’anima. Nei Vangeli gnostici, le donne, sebbene inizialmente subalterne, trovano un ruolo di integrazione e uguaglianza spirituale attraverso il superamento delle dualità corporee e l’unione degli opposti.

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