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La psicosi può essere una parentesi, un'esperienza di crescita nel viaggio della vita

La psicosi è un'emergenza nella vita e, come tutte le emergenze, deve avere un inizio e una fine. E la fine è la ricomposizione del sistema di sostegno, anzi tutto in se stessi!

Luigi Gallini (3): Playing around with new AI models

Commenti di lettori all'ultimo articolo di Adolfo Santoro, e le sue risposte

I seguenti commenti e le risposte di Adolfo si riferiscono ai seguenti articoli:

L’esperienza psicotica di Luigi Gallini, socialmente pericoloso
L’esperienza psicotica come tentativo di appartenere alla famiglia e alla cultura d’origine e, allo stesso tempo, di distaccarsene col ruolo di salvatore! Ma Gesù ammoniva: Nemo profeta in patria! Io separerò il padre dal figlio e il fratello dal fratello.
Accantonare o riscrivere le scene dolorose della nostra vita?
Riscrivere i ricordi e le memorie per andare al di là della propria storia personale ed entrare nella Verità della Realtà.

Un amico scrive a proposito dell’articolo "Accantonare o riscrivere le scene dolorose della nostra vita?"

Buongiorno Adolfo.  
Ho letto il tuo messaggio di oggi.  
Sono una di quelle persone a cui è stato dato di vivere, conoscere e superare alcuni dei meccanismi che hai descritto, senza ricorrere a farmaci, ma cercando aiuto e sostegno nella meditazione e nella preghiera. Per questo voglio semplicemente testimoniare di quanto sia fondamentale vivere le proprie crisi come opportunità preziose per cercare, vedere e risolvere i propri traumi.  
Un abbraccio e un saluto.

La risposta di Adolfo Santoro

Caro, ti ringrazio per la tua testimonianza.  
Per quanto riguarda le preghiere ti allego la canzone Marta di Antonello Venditti.  
Per quanto riguarda la meditazione, in questa bisogna distinguere l'aspetto del rilassamento (e già questo fa bene perché aiuta a entrare nello stato parasimpatico di base, che è lo stato delle origini). Se ci si limita all'aspetto del rilassamento, il rischio è doverlo coattivamente ripeterlo ogni giorno, mentre Joshu a chi gli chiedeva Che cos'è l’illuminazione? rispondeva Mangiare quando hai fame, dormire quando hai sonno. Il che significa che l'Io diventa un servitore dei ritmi biologici della Natura e, quindi, del Corpo. Il rilassamento va perciò distinto dalla visualizzazione. Senza il pensiero critico, l’ideologia collegata alla meditazione può falsare l'esperienza, mentre il Corpo produce continuamente immagini di cui non ci rendiamo conto e, tra queste, ci sono anche quelle traumatiche, tra cui quelle della prima infanzia e quelle della cultura transgenerazionale.  
Spero che tu abbia risolto integralmente le tue problematiche!

Ovviamente tutto ciò vale anche nel caso di Se incontri il Buddha per la strada (o Dio o la Morte o il Pensiero critico), uccidilo!, perché sei tu il Buddha, Dio, la Morte e il Pensiero critico.

1) Il testo di Marta di Antonio Venditti:

Prega Marta nella sera Nessun Dio risponderà.  
Ogni giorno una preghiera. E una falsa libertà  
La giornata è stata dura, piena di contrarietà:

il lavoro e poi la scuola e un ragazzo che non va  
Urla Marta non pregare, se tuo padre chiederà  
il salario o la pagella per la sua complicità.

Digli di no, digli di no, digli di no, digli di no  
Io, io non sono niente, ma ho vissuto come te,  
sempre chiuso nello specchio, aspettando un altro me

Lotta Marta nella sera. Io sarà vicino a te.  
Amerò le tue speranze, il tuo tempo vincerà.  
Anche per me, anche per me, anche per me.

La preghiera può dunque avere senso solo se è la transizione nel percorso verso il ritrovamento dell'Altro dentro di sé.

2) L'ipnosi

Già Milton Erickson riconosceva l’induzione dell’ipnosi dalla sua utilizzazione. Così fare pratica di meditazione può aiutare a coltivare uno spazio/tempo in cui il cervello destro, per un tempo limitato, può, per quello spazio/tempo limitato, riconnettersi col corpo mettendo tra parentesi le installazioni nel cervello destro da parte della storia personale e culturale / transgenerazionale e delle proiezioni/usurpazioni secondarie alle recenti interazioni. Ma poi a ogni nuova interazione c’è il rischio della riattivazione dei vecchi schemi.

3) Diventare il cambiamento

La soluzione è diventare la meditazione/illuminazione, cioè diventare la Vita che cambia continuamente, diventare il cambiamento. Se non si è il cambiamento, allora subentra l’Elogio della fuga, come scriveva Henri Laborit a proposito della saggezza degli animali che utilizzano lo spazio per distanziarsi dalla fonte dello stress: Luigi Gallini, il protagonista del libro Socialmente pericoloso, di cui ho scritto due articoli fa, inizia la narrazione della sua storia con Correvo... . Ma sarebbe stato più appropriato iniziare con Scappavo … scappavo dalla magia nera di mia madre, che ho avvertito per lo più come rifiutante o da cui mi sono sentito utilizzato per i suoi scopi. Scappavo alla ricerca della magia bianca, e non mi rendevo conto che la magia era dentro di me, era nella mia capacità di essere il testimone del  cambiamento, istante per istante, di  me stesso. Luigi Gallini avrebbe potuto, dunque, fermarsi e diventare il cambiamento. Ogni istante è buono, quindi, per rinascere: basta salutare gentilmente il passato e ringraziarlo per gli insegnamenti ricevuti e rientrare nella natura e nei suoi ritmi biologici, come suggeriva Joshu, diventando consapevole della propria felicità.


Un amico, finora ospite di una Struttura Intermedia psichiatrica, scrive della sua prossima dimissione dalla Struttura e del fatto che gli psichiatri gli avessero tolto gli psicofarmaci.

Ho obiettato che nessuno psichiatra può dichiarare un altro guarito e che la psicofarmacoterapia, come del resto la psicoanalisi come sosteneva Freud, è una terapia interminabile. L'unica soluzione sarebbe che il paziente, salutando il suo ruolo di paziente, effettui un gesto splendido: può salutare con amorevole gentilezza lo psichiatra, i suoi farmaci e la Struttura dicendo Vi ringrazio che vi siate occupati di me e che vi preoccupiate ancora per me, ma per il momento - di momento in momento - non ne ho bisogno, perché mi assumo dal profondo la responsabilità della mia vita  ... della salute del mio corpo e della mia felice esplorazione di ogni istante … . Se ne avrò bisogno sarò il primo a chiedere il vostro aiuto, ma, allo stato delle cose, non ne ho bisogno: sono, infatti, guidato dalla mia attenzione, collegata all’infinito eterno e all’azione artistica verso l’altro che, nel presente, rappresenta l’infinito eterno, commetterò errori sempre più fini, che mi aiuteranno a migliorare la concentrazione nella vita ... Lo psichiatra, le medicine e la Struttura diventano così, in un ultima analisi, la madre, il padre, l'attaccamento al narcisismo infantile, i rapporti e i traumi del passato e tutte le possibili interazioni da ora in poi, verso cui far emergere la risata interiore, che traspare esteriormente – dietro la serietà delle circostanze - solo tra persone evolute, accanto al pensiero critico.

Un amico, che ha attraversato la psicosi, ha riconosciuto che la Vita gli aveva inviato la psicosi per aiutarlo a ridere di se stesso.

La risposta di Adolfo Santoro

Ah beh, sì beh, ah beh, sì beh ...


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