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Le tre metamorfosi di Nietzsche: cammello, leone, neonato

Da Nietzsche a Chuang Tzu: perché solo alcuni soldati provano disgusto per la guerra? Il percorso delle tre metamorfosi dello spirito — cammello, leone, neonato — e il ritorno all'innocenza originaria attraverso il Tao.

Friedrich Nietzsche. MZ/AI

Sommario

Di Adolfo Santoro

Di fronte alla tragedia dei bambini uccisi in guerra mi sono posto, la scorsa settimana, due domande: Perché solo alcuni militari provano il "disgusto" verso l'uccidere e verso la guerra? e Come emergevano questi aspetti nevrotici, legati al "danno morale" di avere a che fare con bambini in guerra?

Il tentativo di rispondere alla prima mi ha portato a concludere che:

  1. c'è nell'educazione dell'uomo una manipolazione che lo porta verso il compiacere l'autorità;
  2. questa tendenza a compiacere il più forte si esprime, nel mondo contemporaneo, nella compiacenza in vari ambiti: in ambito politico con l'assoggettamento verso chi è più armato, in ambito religioso con la devozione verso un dio dalla propria parte, in ambito scientifico verso il tecnicismo che rende facile la vita; in tutti i casi viene alienata l'etica naturale a favore di una morale distopica di comodo;
  3. perché l'autorità – il potere - si approfitti continuamente dell'individuo deve essere molto vicina a lui e questo può avvenire tramite gli strumenti ipnotici della propaganda e della pubblicità, che governano l'appetenza tramite il governo del desiderio e della paura, che la rendono impersonale;
  4. la normalità dell'adattamento al mondo condiviso fa sì che l'individuo non provi disagio per la sua alienazione: l'aggressività non altrimenti elaborata si esprime allora sia nella normalità dei conflitti interpersonali, sia nella normale lotta per scalare la piramide sociale del sesso e del possesso, sia nella normalità della guerra;
  5. le ultime vittime della guerra della normalità sono il Corpo e la Terra: la normale guerra al proprio Corpo si esprime nelle malattie della modernità, che sono conseguenze occulte dello stress, mentre la normale guerra alla Terra si esprime nella progressiva distruzione ecologica del contesto di Vita;
  6. solo chi ha disturbi mentali riesce a mantenere un sufficiente livello di alienazione tanto da essere sensibile al proprio inconscio e da avvertire il disagio della civiltà, ma, ovviamente, finché questo disagio non è trasformato nel ritorno all'Origine, continua ad essere un disagio irrisolto.

Le mie conclusioni non sono, ovviamente, nuove: già in vario modo, ad esempio, il Taoismo, il Buddhismo, Gesù, Spinoza, Nietzsche, Freud ed altri hanno cercato di restituire, ciascuno con i propri limiti personali, all'uomo la responsabilità di esistere.

Il percorso verso l'Uomo autentico

Ma ciò mi permette di cercare di rispondere alla seconda domanda, che riguarda l'incompiutezza dell'evoluzione dell'uomo verso l'Uomo, verso cioè il ritorno al Corpo e alla Terra, verso la presenza come Testimone del miracolo della Vita, verso l'angelicità del non-fare.

Le tre metamorfosi di Nietzsche

Nietzsche, ad esempio, ha denominato, in Così parlò Zarathustra, l'evoluzione di cui ho scritto metamorfosi:

Tre metamorfosi io vi nomino dello spirito: come lo spirito diventa cammello, e il cammello leone, e infine il leone neonato.

Molte cose pesanti vi sono per lo spirito, lo spirito forte e paziente nel quale abita la venerazione: la sua forza anela verso le cose pesanti, più difficili a portare.

Che cosa è gravoso? domanda lo spirito paziente e piega le ginocchia, come il cammello, e vuol essere ben caricato.

Qual è la cosa più gravosa da portare, eroi? così chiede lo spirito paziente, affinché io la prenda su di me e possa rallegrarmi della mia robustezza. (…)

Tutte queste cose, le più gravose da portare, lo spirito paziente prende su di sé: come il cammello che corre in fretta nel deserto sotto il suo carico, così corre anche lui nel deserto.

Ma là dove il deserto è più solitario avviene la seconda metamorfosi: qui lo spirito diventa leone, egli vuol come preda la sua libertà ed essere signore nel proprio deserto. (…)

Ma ditemi, fratelli, che cosa sa fare il neonato, che neppure il leone era in grado di fare? Perché il leone rapace deve anche diventare un neonato?

Innocenza è il neonato e oblio, un nuovo inizio, un giuoco, una ruota ruotante da sola, un primo moto, un sacro dire di sì.

Sì, per il giuoco della creazione, fratelli, occorre un sacro dire di sì: ora lo spirito vuole la sua volontà, il perduto per il mondo conquista per sé il suo mondo.

Perché "neonato" e non "fanciullo"

Mi sono permesso di sostituire, all'abituale traduzione fanciullo della parola Kind usata da Nietzsche, la parola neonato. Fanciullo, infatti, esprime l'etimo fan - parlare – che, unito al suffisso diminutivo-vezzeggiativo –ullo allude al parlare in modo bambino (ricordo, al proposito, che fanciullo, nell'attuale significato convenzionale, indica soprattutto un minorenne tra i 7 e i 9 anni, prima di diventare ragazzo); fan è, d'altra parte, presente nella parola infante, una parola desueta, che però, nella sua negazione in - cioè non-parla -, esprime bene la psicobiologia della lateralizzazione cerebrale, in cui c'è un emisfero specializzato piuttosto nel silenzio e nell'immaginare – nella Visione direbbe Buddha – ed un altro emisfero specializzato piuttosto nel parlare e nell'eseguire.

Ma mi sembra che la traduzione neonato alluda di più al nuovo mondo cui i vari esempi storici su citati alludevano in modo più o meno compiuto.

La voce del Taoismo: Chuang Tzu

Solo l'arte di vivere può, però, esprimere più pienamente queste intuizioni e il linguaggio poetico di Chuang Tzu serve meglio del linguaggio un po' prosaico di Nietzsche:

L'uomo comune ama chi gli assomiglia e detesta chi è diverso da lui. ... Come ha potuto il Tao oscurarsi al punto che vi debba essere distinzione tra il vero e il falso? Come ha potuto la parola offuscarsi al punto che vi debba essere distinzione tra l'affermazione e la negazione? Il Tao è offuscato dalla parzialità. La parola è offuscata dall'eloquenza. … È camminando che si traccia la via; è nominandole che le cose sono. ... La comprensione conduce all'unità ... Compiere senza sapere perché, ecco il Tao.

… Chi perfeziona la propria natura ritorna alla virtù originaria. Chi raggiunge la propria virtù primitiva si identifica con l'origine dell'universo e, attraverso quella, con il vuoto. Il vuoto è grandezza. È simile all'uccello che canta spontaneamente e si identifica con l'universo. Quando si identifica perfettamente con l'universo, appare ignorante e oscuro. Raggiunge la virtù profonda e si inabissa nell'armonia universale.

... Dimentica le cose; dimentica il cielo; non dipendere dall'uomo. Possa tu essere chiamato colui che dimentica se stesso. … L'uomo perfetto dell'Antichità passa per la bontà e sosta nella giustizia, ma gode della sua libertà, vive sobriamente e conserva così la propria indipendenza. Chi è veramente libero non agisce. Chi vive sobriamente è presto soddisfatto. Chi è indipendente non si dà facilmente.

... L'uomo perfetto è senza io, l'uomo ispirato è senza opera, l'uomo santo non lascia nome ... La grande intelligenza abbraccia, la piccola discrimina ... Io contemplo il segreto della creazione. quando la mia curiosità sarà soddisfatta, inforcherò l'uccello immenso per evadere dall'universo ed errare in libertà nel paese del nulla e dell'infinito. Come vuoi che m'interessi il governo degli uomini? … Colui che vede attraverso l'infinito raggiunge l'invisibile. …

Il bambino in guerra come risveglio spirituale

Ecco, allora, la risposta alla seconda domanda: la Vita pone davanti al soldato il Bambino in guerra e lo fa per farlo vergognare e inorridire della propria bruttezza, ma la possibilità di questa consapevolezza è riservata solo a chi è già alla ricerca del Tao e sta lì lì sul punto di dimenticare se stesso.


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Domande frequenti

Quali sono le tre metamorfosi dello spirito secondo Nietzsche?
In Così parlò Zarathustra, Nietzsche descrive tre metamorfosi: lo spirito diventa prima cammello (che porta pesi e obbedisce), poi leone (che conquista la libertà e rifiuta i doveri imposti), infine neonato (innocenza, oblio, nuovo inizio, "sacro dire di sì" alla vita). Questa evoluzione rappresenta il percorso dall'obbedienza servile all'autenticità creatrice.

Cos'è il Tao secondo Chuang Tzu?
Per Chuang Tzu il Tao è la Via che si traccia camminando, il "compiere senza sapere perché". Chi perfeziona la propria natura ritorna alla virtù originaria e si identifica con l'origine dell'universo. L'uomo perfetto "è senza io", dimentica se stesso e raggiunge l'armonia universale attraverso la semplicità e il non-agire (wu-wei).

Perché solo alcuni soldati provano disgusto per la guerra?
Secondo l'autore, la possibilità di provare disgusto morale di fronte alla guerra — specialmente vedendo bambini come vittime — è riservata solo a chi ha già intrapreso un percorso di consapevolezza spirituale. La "normalità" sociale aliena l'etica naturale; paradossalmente, chi mantiene una sensibilità al proprio inconscio (spesso etichettato come "nevrotico") riesce ad avvertire il disagio della civiltà.

Qual è il legame tra danno morale e ricerca spirituale?
Il danno morale — la vergogna e il disgusto provati da alcuni soldati di fronte alla violenza sui bambini — può diventare un risveglio spirituale. La Vita pone il soldato davanti al Bambino per farlo "vergognare e inorridire della propria bruttezza", ma questa consapevolezza emerge solo in chi è già "sulla via del Tao", pronto a dimenticare se stesso per ritrovare l'innocenza originaria.



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