Salta al contenuto

Lettera dalla Russia: "Mi hanno non solo privata del futuro, ma anche del presente, e del passato."

Durante le nostre tournée in Russia abbiamo incontrato innumerevoli attori, registi, artisti. La loro repressione aumenta, il virus del sistema totalitario sta stroncando un intero popolo. Condividiamo una lettera di Olga Karlova*, attrice al teatro X in X, che abbiamo ricevuto in questi giorni.

Foto: Markus Zohner / PRO LITTERIS

La sublimazione della guerra

di Olga Karlova*, traduzione dal Russo di Yelena Kuznetsova

Caro Markus! Ti ringrazio tantissimo per il tuo messaggio, per il tuo pensiero: è veramente una ciambella di salvataggio nel pantano circostante.

L'isolazione assoluta? No. Rimangono due, tre amiche e amici con cui sfogare amarezza e odio, ma purtroppo la disperazione rimane. Ormai è chiaro che il morbo non ha colpito semplicemente tante persone, ma un'intera nazione. Come diceva il nostro scrittore Dovlatov: «Malediciamo all'infinito il compagno Stalin e, ovviamente, con tutta la buona ragione. Eppure voglio chiedere: chi ha scritto quattro milioni di denunce?».

Mi sono ritirata dal teatro – anche lì si sono rivelati "Z-patriottardi" delatori dei propri colleghi con i quali non posso più stare nella stessa struttura.

Eppure la vita continua. Uno degli effetti strani è l'emarginazione – o se vuoi, sublimazione della guerra: vedi, per esempio, il recente film "The Zone of Interest" sulla vita quotidiana e accogliente di una famiglia del comandante di Auschwitz.

Non possiamo andare avanti con quel complesso di colpa incurabile, e quindi il cervello questo complesso di colpa lo mette in pausa; frequentiamo (e facciamo) teatro eccetera. Ma, non si riesce a dormire di notte. E rileggo con nuove ottiche, per esempio, Heinrich Böll o, per la prima volta, Hannah Arendt. Per vedere che, dolorosamente, prima o poi tutto finisce. Mi fa triste che noi non la vedremo più, questa fine.

Mi hanno privata non solo del futuro, ma anche del presente in senso del tutto materiale. Ma come potrei lavorare come attrice sapendo che fra i colleghi sul palco e dietro le quinte ci sono putiniani che alla prima occasione ti denunciano? Ti ricordi di Marina* che traduceva per voi? Fra le tante professioni sparite c'è anche quella d'interprete – e non per colpa di Google Translator, ma perché tutta l'attività internazionale della Russia si incentra esclusivamente sui bombardamenti di Kiev.

Ma la cosa più tremenda è che mi hanno privata anche del passato con la Vittoria del 1945, con tutti i grandi raggiungimenti, cattedrali, scrittori, poeti, scienziati, atleti, Gagarin e tutti i cani-astronauti: dopo il 24 di febbraio 2022, non ho più il diritto di appellarmene, tanto meno di esserne fiera. In sostanza, mi hanno rubato la patria, la vita, il passato e il futuro.

Proprio oggi sono rimasta talmente impressionata dal ragionamento di un saggista russo contemporaneo, Ns., che riporto qui. Aggiunge nuove sfumature al solito discorso sul "ressentiment" e sfata il mito della "misteriosa anima russa" tanto coccolata dagli intellettuali anche occidentali:

 Tre danni della letteratura russa:

Per un secolo intero, la letteratura russa ha sbeffeggiato e umiliato coloro che costituiscono la base di una società normale: burocrate, ufficiale, prete, imprenditore, commerciante – in generale, il borghese.
'Luoghi comuni inversi' di Dostoevskij: un ladro è onesto, un assassino è una coscienza ambulante, un ubriacone libertino è un filosofo, una prostituta è una Grande Anima, un idiota è più intelligente di tutti quanti.
Costante convinzione... e persuasione di noi stessi di essere 'speciali'. Nessuna legge è stata scritta per noi: né europea, né slava, né cristiana, né comune... tipo il diritto internazionale. Perché? Ma perché siamo così unici, separati, diversi da chiunque altro al mondo. La letteratura russa ha coltivato a lungo questo inveterato complesso puberale."

Anche mio marito è stanco e stufo della realtà teatrale di oggi e si ritira in pensione dopo il festival di teatro di X.

C'è sempre meno gente di teatro capace di produrre senso e valori. Chi rimane e non è ancora dietro le sbarre (come il regista Berkovich e la drammaturga Petrijchuk) non può lavorare.

The rest is silence.

Comunque… grazie ancora. Dixi et animam levavi.**

Olga


*I nomi e i riferimenti sono stati cambiati

** Ho parlato e ho sollevato il mio spirito

Commenti

Più recente