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Gli esercizi, la critica. Seconda parte dell'intervista PARLIAMO DI PAROLE, con Patrizia Barbuiani e Markus Zohner

Differenziare. Far diventare parola quello che è diffuso. È il passo che ci fa diventare umani. È il passo che separa il non-conscio dal conscio. È il passo così difficile, così faticoso. È il passo così importante: dare parole.

Ceramica uzbeka, Tashkent. Credits: EP 2022

Seconda parte

Potreste raccontarci qualche esercizio e il suo scopo?

Patrizia: C’è un esercizio che diamo all’inizio per stimolare l’immaginazione, per permettere al corsista di avvicinarsi alla sua fantasia e discostarsi dalla sua storia personale: proponiamo delle cartoline raffiguranti dei dipinti, chiediamo quindi di scegliere una figura nel quadro e di svilupparla, osservandola attentamente. Ѐ un approccio che parte da qualcosa di reale perché è sulla cartolina, poi attraverso l’immaginazione si costruisce la storia che riflette questo personaggio. Questo permette di dare libero sfogo all’immaginazione dei corsisti partendo da qualcosa di concreto.

Dove mirerebbe una critica su questo processo?

Patrizia: I criteri sono diversi. Prima di tutto si cerca di osservare quello che funziona per dare un approccio e un giudizio positivi. Poi ci focalizziamo sulla parte dove si vede che ci possono essere delle mancanze oppure dei piccoli tranelli in cui è possibile cadere. Per esempio succede spesso che la persona, all’inizio, durante la scrittura, si lasci sedurre da modi di dire, da luoghi comuni, da frasi fatte, senza approfondire il personaggio stesso. Molte volte ci si basa su degli stereotipi che ci danno sicurezza per evitare sbagli e ci si accontenta evitando di cercare più profondamente. Interveniamo per spiegare che non ci interessa questo personaggio in una qualunque fase quotidiana della sua vita, ma ci interessa quel personaggio in quel preciso istante della sua vita, in quel momento della storia, in quel luogo, quel personaggio che si differenzia da tutti gli altri personaggi poiché è unico.

Come mai avete definito il corso di scrittura oltre che creativa, anche dinamica?

Markus: Dinamica perché, anche se è presente un concetto, anche se ci sono delle tematiche chiare, anche se ci sono degli esercizi che sviluppiamo in precedenza, resta comunque un corso in continua evoluzione, in grado di adattarsi ai partecipanti. Penso che questo sia la sua grande forza. Non sarebbe uguale registrare dei video in merito e mostrarli semplicemente alle persone, quindi vogliamo sottolineare che ci sono delle “guide” e che c’è inoltre una forte relazione fra alunno e insegnante, cioè noi adattiamo e prepariamo le proposte in funzione dei partecipanti. Per esempio, il corso svoltosi quest’anno è stato completamente diverso dal corso dell’anno precedente, anche se i concetti e i contenuti sono simili. È dinamico.

Quindi alla base di tutto è forte il contatto con le persone?

Markus: Esatto, il contatto implica anche una nostra continua creatività, mettendoci in discussione in modo costante. Quando insegni, soprattutto materie artistiche, cerchi di capire cosa stia facendo l’altro e, come insegnante, cerchi di trovare una modalità che permetta lo sviluppo dell’alunno. È un processo nuovo ogni volta e ogni volta sono storie differenti che affrontiamo. Noi leggiamo le loro storie e dobbiamo capire in questi racconti cosa funziona e cosa meno. È un processo profondo, ogni volta nuovo e dinamico. Anche nell’insegnare c’è una sorta di creatività che a me interessa molto.

Potete descrivere brevemente l’origine di questi esercizi?

Patrizia: Una parte sono nati preparando i compiti concreti in riferimento alla tematica affrontata di volta in volta, utili per approfondire l’argomento proposto e dare delle linee guida dalle quali poter partire per scrivere. L’aspetto piacevole per me è stato creare insieme a Markus questi esercizi, sviluppandoli in modo da fornire ai partecipanti un mezzo adatto, semplice e allo stesso tempo funzionale per esplorare la materia. In molte occasioni invece gli esercizi nascevano al momento, in risposta a necessità del gruppo stesso o del singolo. Attraverso il dialogo negli incontri progettavamo esercizi su misura per risolvere e limare le difficoltà sorte.

Le persone che non possono essere presenti a tutte le lezioni, hanno l’alternativa di seguire in modo diretto, in streaming, comunque le lezioni?

Markus: Sì, questo è stato un punto importante, sviluppato soprattutto negli ultimi due anni a causa della pandemia, ma che si è rivelato un elemento utile sul quale investire anche per il futuro. Dover essere fisicamente sul posto non è risultato più così vincolante. Inoltre il contatto personale si è modificato, ma abbiamo fatto in modo di sviluppare soluzioni tecniche che ci permettessero di avere in diretta persone che seguivano da casa. Queste ultime potevano comunque essere partecipi all’incontro leggendo le loro storie, ricevendo un nostro feedback o scrivendo i loro esercizi. Abbiamo sviluppato una piattaforma tecnologicamente avanzata con la possibilità di scrittura simultanea in cui tutti i partecipanti potessero scrivere e leggere quanto scritto da loro e dagli altri. Chiaramente sono scelte onerose per il dispendio di energia e materiale, però abbiamo potuto sperimentarne la validità, poiché sono strumenti molto utili. Il fatto che ogni partecipante potesse leggere quanto scritto dagli altri e vedere come ciascuno trattava il medesimo tema, è risultato vincente e ha riscontrato il favore dei corsisti al termine dello scorso anno. Inoltre, questa modalità permette a tutti di visualizzare il testo quando diamo un feedback, non solo all’autore dello scritto. Perciò è una piattaforma che permette scambi intensi a vari livelli.

Quali sono i contenuti che volete incentivare per chi segue il corso?

Markus: Penso che la cosa principale sia dare la forza a chi partecipa di osare e aver fiducia nella propria creatività. Questo sta alla base del corso, dato che moltissima gente smette di scrivere perché dubita della qualità del suo lavoro. Riteniamo che qualsiasi cosa importi all’autore è importante e, se riesce a tradurlo in parole, può avere senso. Poi ci possono essere problemi tecnici, ma sicuramente aver fiducia e osare credo sia il primo ostacolo da superare. In più nel corso c’è la possibilità di creare dei lavori personali. Infatti, oltre a proporre molti esercizi e temi a cui ispirarsi, diamo anche la possibilità a ciascuno di sviluppare un lavoro personale corposo. Alle volte le persone vogliono scrivere la propria autobiografia, ma c’è anche chi vuole provare ad affrontare il romanzo che da tempo ha in mente. Quindi durante questo corso annuale ci impegniamo a seguire i lavori personali e dare i feedback per poterlo sviluppare al meglio. In parallelo infatti proponiamo dei modelli interessanti a cui potersi ispirare, dove si evidenzia come può funzionare in modo efficace la scrittura, lo sviluppo della storia, dei personaggi e dei luoghi oppure la conclusione. Inoltre un punto importante che vogliamo affrontare durante il corso è saper sviluppare la critica costruttiva. Non solo per avere uno sguardo critico sui testi scritti da altri ma anche per saper fare autocritica senza limitarsi alle mere questioni di gusto e di piacere. Ci sono molti appunti tecnici che si possono riconoscere con le adeguate competenze fornite durante il corso.

Che importanza ha la lettura?

Patrizia: Chi non legge, non scrive perché penso che la voglia di scrivere nasca dall’amore scaturito dalla lettura. Quando si legge un libro rimanendone coinvolti, la voglia che si genera spesso può portare a voler scrivere qualcosa di simile. Il che non significa che sarà della stessa tipologia, piuttosto nasce la voglia di ridare al lettore la stessa emozione e lo stesso coinvolgimento del romanzo che ci è piaciuto.

(Continua con la terza e ultima parte nel prossimo articolo)

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