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La parola: creazione di un linguaggio creativo cosciente

Con "La parola: atto creativo" Patrizia Barbuiani inchioda l'indispensabilità di questo bosone della comunicazione umana per una connessione positiva e creativa.

Dalla serie LIGHTS di Markus Zohner

di Patrizia Barbuiani

Parola deriva da parabola, comparazione, confronto, similitudine. Mi metto in relazione con qualcosa d’altro, qualcosa che va oltre la mia persona. La parola non è un atto solo individuale, ma pone in relazione diventando duale. Io pronuncio la parola e la parola viene percepita da qualcuno. L’atto straordinario di rendere il pensiero interno traducibile verso l’esterno, verso gli altri.

La parola è per metà di colui che parla e per metà di colui che ascolta. (Michel de Montaigne)

La parola è il salto dal mondo interiore a quello esteriore.

È l’atomo, la particella iniziale su cui si appoggia ogni detto. Il nucleo su cui poggia la meravigliosa costruzione del linguaggio.

Se la parola è un atto creativo allora l’atto del parlare ne dovrebbe risultare un'opera d'arte. L’essere umano ha prodotto nei millenni attraverso l’oralità e poi la scrittura grandi tesori a disposizione di tutti. Così onoriamo quella parola, quell’opera che ci ha permesso di crescere, di comprendere meglio la vita, che ci ha strappato dall’isolamento esistenziale per consegnarci quel barlume di appartenenza alla collettività.

Spesso nel nostro piccolo mondo non permettiamo che ogni parola diventi un atto creativo cosciente, una fonte di connessione con l’altro, una fantasia verbale che vada oltre gli schemi e le abitudini di cui siamo composti. Perché per dar spazio alla creatività dobbiamo spogliarci dal ristagno cerebrale, dal giudizio facile, dall’arroganza, dall’egocentrismo. Come diceva un saggio versando il té oltre il bordo della tazza, se la tazza continua a riempirsi, non si può imparare, bisogna prima svuotarsi.

Il vuoto è inscindibile parte della creazione. Dal vuoto sulla tela nasce il segno, dallo spartito intonso la nota, dal silenzio il suono e la parola.

C’è una voce che non usa parole. Ascolta. (Gialal al-Din Rumi)

La qualità delle parola genera risposte di qualità. Una comunicazione creativa costruisce con gli altri e per gli altri fornendo gli strumenti indispensabili per migliorare i rapporti.

Una parola di troppo può generare una guerra.

Basta una parola ben detta per ripristinare la pace.

Non quello che entra nella bocca rende impuro l’uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l’uomo. (Gesù)

In uno stato di centratura non vengo intaccato dalla lusinga facile, dall’offesa subdola,  non mi lascio travolgere dalle emozioni. Non coinvolgo e non mi lascio coinvolgere. Non ho bisogno di dimostrare, non metto del mio, non devo vincere. Mi metto a disposizione, mi metto all’ascolto. Lascio che ciò che accade scivoli via come la pioggia battente su un vetro. L’acqua esiste, ma non mi bagna. Non mi tocca.

Allora potrò centellinare la parola creativa, dandole quella lucentezza che irradierà oltre il suo significato e il suo suono.

Le parole hanno il potere sia di distruggere che di creare. Quando le parole sono sia vere che gentili possono cambiare il mondo. (Buddha)

Patrizia Barbuiani è scrittrice, regista e attrice. La prima edizione del suo ultimo romanzo La Clownesse dell’Anno del Cane (Lugano, Petruska Editions, 2021) è esaurita.

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