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La mindfulness

Tanti e tali sono gli elementi linguistici e metalinguistici a disposizione che andrebbero usati responsabilmente e in maniera rispettosa delle diversità.

di Dario Migliavacca

La capacità di comunicare messaggi complessi è tipicamente umana. Gli esseri viventi in generale, anche quelli molto evoluti, si limitano a trasmettersi messaggi relativi al presente. Invece gli esseri umani, dotati di pensieri e parole, possono parlare del passato, del futuro, comunicare i propri sentimenti, esprimere bisogni e richieste, negoziare, dibattere, progettare cooperando, costruire significati che poi modellano il mondo.

Potrebbero due cani al parco darsi appuntamento fra due settimane? Oppure due galli accordarsi per un’equa spartizione dello stesso pollaio? O ancora, due pesci che nuotano nel mare darsi la precedenza l’un l’altro: “prego, vada avanti lei… ma no cosa dice? Prima lei”? Le api che costruiscono gli alveari lo fanno guidate dall’istinto, non convocano riunioni del gruppo di progetto. Queste sono prerogative solo dell’essere umano che attraverso il linguaggio costruisce relazioni, definisce accordi, fissa regole, celebra il passato, progetta il futuro. Da come lo fa dipende la qualità delle sue relazioni e parte della sua felicità e di quella altrui. Si tratta di una grande opportunità ma anche di una responsabilità che dovremmo imparare a gestire in maniera consapevole.

Tanti e tali sono gli elementi linguistici e metalinguistici a disposizione che andrebbero usati responsabilmente e in maniera rispettosa delle diversità. Il nostro mondo astratto, a cui diamo corpo e forma proprio attraverso le parole che usiamo, è come una mappa, ma la mappa non è il territorio, recitava un vecchio detto. Ognuno di noi ha la propria rappresentazione della realtà, la propria mappa, e quando si confronta con qualcun altro dà per scontato che si parli dello stesso territorio. Ecco dove nascono i problemi di comunicazione e le incomprensioni. Per trovare un senso comune occorre confrontare le nostre mappe e prima ancora dovremmo riconoscere la mappa altrui.

Consapevolezza

Anni fa feci un incontro che mi cambiò la vita. Iniziai a praticare la mindfulness. Molti di voi la conosceranno, altri si chiederanno cos’è. La mindfulness è una pratica di meditazione semplice e contemporanea, alla portata di tutti, che consiste nel portare la realtà, con intenzione, attenzione e ascolto, al momento presente (al qui e ora) senza giudizio ma sviluppando accoglienza, con gentilezza e gratitudine. Attraverso la pratica costante di questo approccio ho cominciato a fare miei i principi su cui essa si basa (in grassetto sopra) e mi sono dato la possibilità di nutrirmi di quelle qualità che ho poi portato in tutto quello che faccio: nelle mie relazioni, in coppia, sul lavoro, coi miei genitori anziani e anche nella comunicazione, trasformandola in una comunicazione consapevole (da mindfulness che significa appunto consapevolezza).

Cosa significa comunicare consapevolmente?

Consapevolezza significa conoscenza e rispetto delle proprie possibilità e dei propri limiti; sapere che, con un minimo di sforzo, si può articolare meglio il proprio pensiero, e capire e interpretare meglio quello delle altre persone; sapere che non solo ciò che vogliamo dire conta, ma conta anche a chi lo vogliamo dire – tenendo quindi conto delle possibilità e dei limiti altrui – e in quale contesto ci muoviamo; sapere infine che essere consapevoli ci aiuta – forse – a essere più responsabili.

Mi piacerebbe con questo mio intervento introdurre un primo elemento della comunicazione consapevole mediata attraverso la mindfulness.

L'intenzione

Quante volte ci è capitato di dire o di sentirci dire qualcosa di spiacevole seguito da un maldestro tentativo di correre ai ripari. “Scusa mi è scappato, scusa non era mia intenzione…”.  È proprio questo il punto, non ci facciamo nemmeno caso. Diciamo cose di cui potremmo immediatamente pentircene senza accorgercene; usiamo parole senza conoscerne il reale significato e senza nessuna conoscenza del contesto in cui le diciamo. Chiedere scusa è una dimostrazione d'intelligenza ma davvero basta per risolvere l’inconveniente? Spesso no. Anche perché fossero solo le parole… il più delle volte le parole sono espressione di un pensiero preesistente nella testa di chi parla e il pensiero è decisamente più difficile da riconoscere e scardinare.

Non comunicare?

È impossibile non comunicare. Qualsiasi comportamento  comunica qualcosa al nostro interlocutore, persino il silenzio o l’assenza. Di qui la consapevolezza che è importante comunicare sempre in maniera intenzionale, consci il più possibile di quello che stiamo dicendo, a chi lo stiamo dicendo, perché, in che modo, quando e dove e avendo previsto le conseguenze su di me e gli altri. Ciò che diciamo dovrebbe essere supportato da un pensiero di qualità e da una reale intenzione.

Esercizio Mindfulness N° 1 – L’osservazione del pensiero

A volte basta semplicemente fermarsi, prendere del tempo per ascoltare e osservare i nostri pensieri. Quando si sceglie di vivere nel qui e ora, praticando Mindfulness, e di attingere insegnamento dalle pratiche formali, di tipo meditativo, si entra in contatto profondo con noi stessi e si può cominciare a percepire interiormente le risposte di cui abbiamo bisogno. Rimanere a occhi chiusi, in una posizione rilassata, praticando l’attenzione al respiro, ci connette con una parte profonda e saggia da cui arriva ciò che ci serve. Ci permette di guardare i pensieri come fossero fotogrammi di un film e sentire quelli che ci rappresentano di più. È bene ricordare che i pensieri non sono eventi “reali”, non stanno davvero accadendo, sono davvero come scene di un film. La nostra realtà è un’altra!  È quella di essere qui, seduti, con gli occhi chiusi, attenti al respiro e al corpo. Lasciar scorrere i pensieri, senza andar loro dietro, iniziando a dialogarci, e restare con l’attenzione sul respiro, per circa 15-20 minuti al giorno, ci insegnerebbe a discernere fra i tanti pensieri quelli più funzionali ai nostri obiettivi e a fare spazio nella nostra testa, riducendo o rallentando i pensieri automatici, spesso di pessima qualità, orientandoci man mano verso pensieri di qualità migliore, più sani e creativi.

La meditazione permettere di fare spazio a pensieri che siamo noi a scegliere, trasformarli poi in parole efficaci è molto meno faticoso e rischioso. È da questo spazio virtuoso che la meditazione è in grado di creare che ci si può chiedere cosa è più sano per noi fare, dire, non fare… se si cerca una risposta, o il modo più corretto per comunicarla agli altri, diventa un gioco da ragazzi.

Nel prossimo mio intervento parlerò del principio della mindfulness applicato alla comunicazione consapevole.


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