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MOBILITÀ LENTA

Il tempo di agire è adesso. È tempo di dare voce a chi desidera un futuro più sostenibile, dove la bici non è solo un’alternativa, ma una scelta consapevole e sicura. La ciclabile può essere una realtà, non un sogno.

Il tentativo dei sextuplet Stearns di superare in velocità un treno che trascina quattro carrozze, circa 1896

Di Enrique Sanz Prati

Ultimamente ho fatto, grazie a un amico, una riflessione sull’espressione «mobilità lenta». La bici, anche elettrica, viene categorizzata, spesso erroneamente, sotto questa categoria. Invece, è il contrario: in bici si è più veloci.

Spesso parto da Gandria in bici elettrica per attraversare la città di Lugano fino al Pian Scairolo. Contemporaneamente parte mia moglie in auto. Quasi sempre arrivo prima io. Certe volte molto prima, anche essendomi fermato per commissioni. Intanto, mia moglie era in colonna in via Balestra o Corso Elvezia o sul lungo lago o dappertutto. Questa esperienza quotidiana mette in luce un problema che, a mio avviso, è fondamentale: la necessità di rendere la ciclabilità una priorità nelle politiche di mobilità.

Gandria è una località perfetta per l’e-bike, con distanze contenute dal centro città. Se solo ci fossero corsie ciclabili sicure e protette, moltissime più persone userebbero questo mezzo fantastico per i propri spostamenti. Gli automobilisti possono raggiungere velocità di 80 km/h lungo il tratto di strada cantonale che collega Gandria a Castagnola, in una strada stretta e pericolosa. È già successo un tragico incidente mortale e ho vissuto diversi incontri ravvicinati con auto in corsa, un’esperienza che genera ansia e paura.

Servono cambiamenti urgenti: è essenziale ridurre la velocità e aggiungere corsie ciclabili protette, come già realizzato in altre zone della città. Le mamme e i papà vogliono portare i figli a scuola con le cargo bike, gli artigiani vogliono trasportare gli attrezzi, e gli studenti devono recarsi in aula in sicurezza. La popolazione sta chiedendo a gran voce di poter utilizzare la bici in sicurezza, e le autorità devono ascoltare questa spinta dal basso. Inoltre, le aree come la ValColla, la Capriasca, il Malcantone e il Pian Scairolo distano meno di 15km dal centro di Lugano. Con le giuste infrastrutture moltissime persone potrebbero scegliere di usare la bici, riducendo così il traffico e migliorando la qualità dell’aria.

Il cambiamento non deve essere costoso. Semplici interventi, come diminuire la velocità, rimuovere la linea centrale e aggiungere linee tratteggiate per le corsie ciclabili ai lati, potrebbero migliorare notevolmente la situazione. Questo approccio ha già funzionato in altri quartieri come quelli di Viganello e Cassarate. Il tempo di agire è adesso. È tempo di dare voce a chi desidera un futuro più sostenibile, dove la bici non è solo un’alternativa, ma una scelta consapevole e sicura. La ciclabile può essere una realtà, non un sogno.


Enrique Sanz Prati è socio fondatore e direttore di GODSPEED EBIKES


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