Botta e risposta: religione vs. ateismo (2)
Dal momento che la religione tocca la società, diventa politica. È questo punto che, secondo noi, è necessario che venga discusso, contrastando, pensando, illuminando e creando. Scrivici sempre!
Continuiamo con la seconda edizione dell'articolo Botta e risposta: religione vs. ateismo (qui la prima edizione).
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Cosmo, bellezza e il teorema dell'impulso
Un altro elemento di riflessione, invece, è il cosmo, il suo ordine, la sua armonia. Ho visto recentemente un documentario del CERN (Il senso della bellezza), dove alcuni scienziati, affascinati dalla bellezza del cosmo, riconoscono che potrebbe esserci una "Forza ordinatrice", mentre per altri no. Penso che sia interessante perché molte religioni affermano la possibilità di riconoscere una Presenza nella natura e alcuni ancora oggi la divinizzano. Per la religione giudaica, cristiana e musulmana questa è la figura del Creatore. - M.M.
Quella che noi chiamiamo "bellezza" la esclamiamo da un punto di vista protetto, al sicuro. Per riconoscere una "bellezza", noi dobbiamo stare bene. In altre parole: il cosmo non è per niente "bello" se sei in una navicella spaziale e questa adagio, adagio sta perdendo ossigeno. In questo momento, la "bellezza" svanisce e si trasforma in orrore puro, come si trasforma la bellezza di un cavallo nel momento in cui questo scalcia e con lo zoccolo ti spacca il torace. La bellezza dunque non è solo altamente soggettiva, ma necessita di un punto di vista riparato, in sicurezza. Detto questo: la bellezza, essendo così soggettiva e volatile, non può essere un argomento per l'esistenza di un Creatore. Anzi: è un argomento per la fragilità umana.
C'è inoltre una dimensione che trascende l'uomo anche nelle scienze. Tutto ciò che porta avanti il CERN e le relative scoperte (come il bosone di Higgs) sarebbero impossibili se non si andasse al di là del principio di evidenza. La fisica quantistica non esisterebbe se ci si basasse unicamente sul principio di non contraddizione. Le basi sulle quali oggi si fondano il realismo e la scienza, sono diverse quindi dal secolo scorso e implicano l'ipotizzare ciò che non possiamo vedere. Il realismo oggi quindi implica aspetti trascendenti. - M.M.
C'è secondo me una confusione di argomenti. "Evidenza" non significa "palpabilità". Noi siamo esseri che vengono dalle steppe africane e i nostri sensi, i nostri riflessi sono adatti a nutrirci in quelle lande, a proteggerci da leoni e da serpenti e così via. Vediamo solo una banda estremamente ristretta di onde elettromagnetiche. Ma, abbiamo la creatività. Non abbiamo un senso corporeo per poter "vedere" il bosone di Higgs, ma abbiamo la capacità di calcolarlo e di costruire delle apparecchiature che ce lo possono dimostrare. Così arriviamo ad un'evidenza (l'esistenza del bosone di Higgs è stata provata nel 2012 al CERN). Il fatto che io e tu non lo possiamo vedere, non significa che non ci sia evidenza. E il fatto che la fisica quantistica sia difficile da capire e che segua delle leggi diverse da quelle ai quali siamo abituati come mammiferi appena emigrati dalla steppa africana, non implica per niente un collegamento con degli aspetti trascendenti, ma è un complimento enorme alla fantasia e all'intelligenza dell'essere umano e delle persone che stanno esplorando questi mondi meravigliosi.
... il che non toglie che per un cristiano resta viva, anche se traballante e spesso incerta, la “speranza che non delude”: se tutto il creato (i mari e i monti, i pianeti, le sinfonie di Mozart, e Dante e Shakespeare e il nostro incanto creativo di oggi) ha un “moto che muove il mosso” (San Tommaso D’Aquino) e dunque un creatore, allora l’investigazione su questo creatore - la ricerca di Dio - è un compito alto, una responsabilità non risibile da parte dell’uomo che pensa e si strugge. Che questo creatore - Dio - si sia incarnato duemila anni fa in Palestina nel ventre di una povera ragazza di provincia romana, è la pretesa - scommessa - fede dei cristiani. Il gran dono della libertà umana ci permette di dire di sì o di no. Ed entrambe le risposte meritano dignità di attenzione. - M.F.
È interessante, ma penso che ci sia un salto troppo facile nella concatenazione degli argomenti: Tommaso d'Aquino, frate domenicano del Basso medioevo, sicuramente aveva tante nozioni filosofiche e sicuramente era una persona di grande saggezza.
Ma bisogna anche dire che dalla formulazione di questa sua frase, fino al giorno di oggi sono passati 800 anni. Possiamo sì dire che tutto il creato abbia un "moto che muove il mosso". Oggi sappiamo che questo è il teorema dell'impulso nel secondo principio della dinamica.
Ma trarne la conseguenza "dunque un creatore" è alquanto pericoloso.
Le opere di Mozart, di Dante, di Shakespeare etc., di sicuro hanno un "creatore", dunque una persona che le ha create: Mozart, Dante, Shakespeare, etc.
Ma i mari e i monti, i pianeti, sono comunque da guardare con uno sguardo separato: dire che hanno un creatore è una postulazione impossibile da provare, ma spesso viene formulata con leggerezza. Anzi: la provenienza dei mari e dei monti, come quella dei pianeti, del sistema solare e delle galassie, oggi è molto chiaramente spiegata dalla scienza – astrofisica, geologia, biologia –, e queste spiegazioni non hanno alcun bisogno dell'intervento di un creatore.
Naturalmente, per un ateo pensare che questo Creatore – che non ha nessuna ragione di esistere –, si possa essere incarnato nel ventre di una ragazza, porta tutta la discussione nel regno delle favole e delle leggende antiche - mondo affascinante e pieno di poesia, ma non da mettere sullo stesso livello di ciò che è la realtà.