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Buona domenica, pupazzo di neve! Resisti al caldo!

Di Markus Zohner

Continua a splendere il sole, soltanto le temperature tentano di  raccontarci la verità sulla stagione presente.
Trentanove anni fa, tra il 13 e il 17 gennaio 1985, la grande nevicata coprì il Ticino e gran parte del Nord Italia con masse di neve mai viste. Locarno fu nascosta sotto uno strato cristallino di 1,20 metri (Grono: 1,50 metri).
Era magia pura. Automobili come lumache stavano cercando di guadagnare metro per metro, BMW e Mercedes come giocattoli nelle mani di un bambino di prima elementare grazie alla loro trazione posteriore danzavano su quello che ritenevano essere strade, scivolando a rallentatore, in totale silenzio fuori dalle curve e fermandosi in posizioni che rivelavano tutta la loro stupidità innata. Incessanti fiocchi grandi come uova di quaglia con la loro lentezza inafferrabile fermavano il tempo. Con cautela si posavano su ogni cosa come uno sciamano posa la sua mano sulla pancia dell’ammalato, calmando ogni dolore, ogni pianto, ogni pensiero. Ogni rumore.
Ogni azione, ogni movimento, ogni intenzione si scioglieva in un universo appartenente a leggi fisiche diverse da quelle finora esistite. Ero arrivato in Ticino da pochi mesi e avevo trovato un mondo a me sconosciuto, o meglio: conosciuto solo da guide turistiche lette in piedi nella mia libreria di fiducia a Monaco, che promettevano un mondo di dolci montagne, di laghi, di luce e di gentili persone italofone. Adesso invece stavo slittando con la mia Citroën 2CV (trazione anteriore), accompagnato dalla musica di Laurie Anderson attraverso una notte eterna il cui bianco sempre di più seppelliva una civiltà che sembrava stesse per essere estinta per sempre.

Una buona settimana, sopravvissuta! Ci vediamo presto a teatro!

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